Un patrimonio culturale unico

LE ORIGINI

Lo stato di conservazione degli innumerevoli cadaveri esposti rendono il cimitero del Convento dei Frati Cappuccini, conosciuto come le Catacombe dei Cappuccini di Palermo, uno dei luoghi più impressionanti da visitare al mondo.

Uno spettacolo macabro che mette in evidenza gli usi, i costumi e le tradizioni della società cittadina palermitana che visse dal XVII al XIX secolo.

Un patrimonio culturale unico nel suo genere che in tanti secoli di storia ha attirato e affascinato curiosi da tutto il mondo, tra cui moltissimi intellettuali, poeti e scrittori come Alexandre Dumas, Mario Praz, Guy de Maupassant, Fanny Lewald e Carlo Levi.

Le Catacombe dei Cappuccini di Palermo sorsero come luogo di sepoltura dei frati del convento ed il loro attuale sviluppo è, per certi versi, frutto del caso. I Frati Cappuccini si stabilirono a Palermo, presso la chiesa di Santa Maria della Pace, nel 1534. Avevano creato un cimitero in cui seppellire i propri confratelli scavando una fossa comune che si apriva, come una cisterna, sotto l’altare di Sant’Anna.



In questa fossa/cisterna calavano dall’alto i defunti avvolti in un lenzuolo. Ben presto, però, la fossa/cisterna divenne insufficiente e nel 1597 i Frati decisero di dotarsi di un cimitero più grande. Iniziarono quindi lo scavo delle Catacombe (così era definito “qualsiasi cimitero sotterraneo” già in una Disposizione Papale del 380 d.C.) dietro l’altare maggiore, si dice, utilizzando l’esistenza di antiche grotte. Dopo due anni il nuovo cimitero era pronto.  

Quando i Frati traslarono le reliquie dei loro confratelli seppelliti nella prima fossa, per portarli nella nuova sepoltura, a sorpresa si accorsero che quarantacinque corpi erano rimasti praticamente intatti, mummificati naturalmente.

Il fatto venne interpretato come un segno della benevolenza celeste, ed i Frati decisero di non seppellire più questi corpi ma di esporli in piedi dentro delle nicchie poste tutte attorno alle pareti del primo corridoio delle Catacombe.

La salma che per prima venne ospitata nel nuovo cimitero sotterraneo fu quella di Fra Silvestro da Gubbio, ancora oggi esposto con un cartello che ne ricorda l’avvenimento (16 Ottobre 1599).

Via Pindemonte

Un luogo talmente suggestivo cui non rimase insensibile neppure Ippolito Pindemonte che visitò le Catacombe dei Cappuccini il 2 novembre 1777 e le decantò nei versi dei suoi “Sepolcri”.

La città grata e riconoscente all’illustre poeta, chiamò la strada che porta alla chiesa di Santa Maria della Pace, e quindi al cimitero, via Pindemonte.

“Morte li guarda e in tema par d'aver fallito i colpi.”

Ippolito Pindemonte, il 2 Novembre 1777

Scopri di Più

I Corridoi

Le mummie venivano collocate in corridoi distinti in base a professione, sesso e status sociale.

La Storia

L’incredibile scoperta di 45 corpi mummificati naturalmente portò una certa fama al convento.

Le Tecniche

La maggior parte delle salme presenti nelle Catacombe di Palermo ha subito un processo di mummificazione naturale.