Una Tradizione antica

LA MUMMIFICAZIONE

La mummificazione è una tradizione antichissima che in Sicilia ha preso particolarmente piede e le Catacombe dei Cappuccini di Palermo costituiscono l’espressione più alta di questa tradizione, in ragione del numero di corpi conservati al loro interno.



Una visione d’insieme sorprendente ed affascinante che testimonia la sfida dell’uomo per l’immortalità e la forza di un’usanza solenne radicata in Sicilia (come in tutto il Mezzogiorno preunitario) ed in particolare nella società cittadina palermitana.

lE TECNICHE

Una mummia è il corpo morto che è stato conservato dopo il decesso in modo da non decomporsi. Viene considerato una mummia e non uno scheletro quel corpo che conserva un po’ del suo tessuto morbido, come la pelle, i capelli, i muscoli. Questo può accadere come un processo naturale, denominato mummificazione naturale, o come un processo intenzionale, denominato mummificazione artificiale.

Mummificazione Naturale

La maggior parte delle salme presenti nelle Catacombe di Palermo ha subito un processo di mummificazione naturale.


La mummificazione naturale è un processo di trasformazione del corpo che si basa sulla disidratazione: eliminando i fluidi presente nei tessuti, si blocca la crescita batterica e di conseguenza anche il processo di putrefazione del corpo.
 Ed è questo il processo che i Frati Cappuccini perfezionarono dopo la prodigiosa scoperta del ritrovamento di quarantacinque cadaveri praticamente intatti: a trapasso avvenuto, i Frati portavano i corpi dei defunti nel “colatoio”, dove gli venivano asportati gli organi interni; al loro posto venivano aggiunti paglia o foglie di alloro, al fine di favorire il processo di disidratazione.

Per quasi un anno, i corpi restavano chiusi in questi ambienti sotterranei, caratterizzati da una bassa umidità, distesi orizzontalmente su specifiche strutture di drenaggio, perdendo lentamente l’acqua presente nei tessuti ed essiccandosi. I corpi venivano poi messi all’aria aperta e puliti con un po’ di aceto. Venivano infine rivestiti con il loro abito migliore e collocati nelle nicchia che era stata loro riservata.
Al termine, la pelle assumeva la consistenza del cuoio ed un colorito bruno ed il corpo era caratterizzato da un peso ridotto e da una rigidità generale.

Bagni in Arsenico

Per far fronte alle epidemie, in alcuni periodi si aggiungevano bagni in arsenico o in latte di calce. I risultati erano mummie sorprendentemente intatte, ancora oggi. É questo il metodo utilizzato per il cadavere di Antonio Prestigiacomo che riposa in piedi all’interno di una nicchia con il volto dal colorito rossastro.

Mummificazione Artificiale

La mummificazione artificiale viene detta anche imbalsamazione ed è raggiunta mediante iniezioni di sostanze chimiche.
Nelle Catacombe di Palermo questo processo di conservazione dei corpi fu adoperato soltanto occasionalmente. Celebre è il caso di Rosalia Lombardo, una bimba palermitana di due anni morta nel 1920 e imbalsamata dal Dottor Alfredo Salafia ed i cui risultati sono ancora visibili: il volto sereno, i riccioli dorati che le ricadono sulla fronte, la pelle morbida e distesa le donano un’incredibile sensazione di vita tanto da essere considerata la “mummia più bella del mondo”.

“Voi siete quello che noi eravamo, noi siamo quello che voi sarete.”

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Le Origini

Le Catacombe dei Cappuccini sorsero come luogo di sepoltura dei monaci del convento ed il loro attuale sviluppo è frutto del caso.

La Storia

L’incredibile scoperta di 45 corpi mummificati naturalmente portò una certa fama al convento.

I Corridoi

Le mummie venivano collocate in corridoi distinti in base a professione, sesso e status sociale.